venerdì 15 aprile 2011

DAL PEDIATRA

Quando ero piccola avevo un vero e proprio terrore del mio pediatra.
Era un medico bravissimo e tanti dei suoi consigli sono, dopo quasi 38 anni, assolutamente attuali ma diciamo non curava molto la relazione con il bambino...era, per usare un eufemismo, molto burbero .... non ricordo mi abbia mai fatto un sorriso o una moina in 15 anni.
Il pediatra di Giulia è, caratterialmente, completamente diverso.
E' lo stesso pediatra che era presente al momento del parto e sin da subito io e mio marito abbiamo notato quanto fosse attento ai sorrisi e a toni di voce rassicuranti sia pure con una bimba di poche ore.
Abbiamo quindi chiesto informazioni all'ostetrica e dopo aver saputo che  è proprio un bravo medico lo abbiamo scelto come pediatra della nostra piccolina.
In effetti ho sempre apprezzato in lui il fatto che tende a prescriverti il minor numero possibile di farmaci, solo se proprio non se ne può fare a meno (la pediatra della mutua al contrario mi aveva prescritto il cortisone quando la bambina, che non aveva nemmeno 3 giorni di vita, ha avuto un piccolo sfogo cutaneo....) e poi ha dei modi molto teneri con i bambini.
Il suo studio ha tanti piccoli giochini che servono per distrarre i bambini durante la visita e Giulia ha sempre mostrato una certa simpatia per il dottore.
L'idillio è durato fino all'anno d'età quando, dotata di una maggiore consapevolezza, ha capito che quelle mani addosso e quegli strumenti applicati al suo corpo proprio non erano rassicuranti per niente (anche se lui non le ha mai fatto vaccini o cose traumatiche).
Le ultime visite, insomma, sono state una crisi di pianto ininterrotta e quindi non vi dico quanto oggi fossi lieta di bearmi con le urla disperate di mia figlia.
Per fortuna, un pò complice il sonno e un pò la presenza del papà, che negli ultimi tempi invece era mancata, è andata piuttosto bene.
La cosa più divertente è stata vedere l'espressione di Giulia quando ha capito che la visita era finalmente finita e che nessuno l'avrebbe più rivoltata come un calzino.
Si è messa con la sua solita aria biricchina a girare per lo stanza e appena ho aperto la porta per andarcene  si è rivolta al medico dicendogli "ciao, grazie!" e lui "ciao Giulia, grazie a te!"

Nessun commento:

Posta un commento